mercoledì 15 agosto 2012

A few days later

Immediato post-Ferragosto. Che Ferragosto? Qui non si festeggia, ed abbiamop passato la giornata a fare ambulatorio ed operato.
Qualche considerazione tecnica: un sacco delle proiezioni viste in judo sono state delle variazioni di morote seoi nage. Date le limitazioni imposte dal regolamento internazionale, nessun kata guruma 'primario'. Una squalificazione per aver attaccato direttamente le gambe. Ne waza relativamente di secondo piano (poco spettacolare per i non iniziati). Probabilmente, la finale piu' bella quella dei 60 kg, dove vi e' stato un attacco, un contrattacco, ed un contro-contrattacco che ha fruttato un ippon: al rallentatore, bellissimo.
I Giapponesi hanno fatto meglio in lotta, sopratutto stile libero, che in judo. Puo' darsi che il judo aiuti la lotta, e chiisa' che non sia anche possibile viceversa, dato che i paesi dell'Est Europeo, dove la lotta e' praticamente sport nazionale, hanno vinto un sacco di medaglie in Judo.

In Lotta, Stile Libero spettacolare, veloce ed avvincente, anche nelle ragazze. Per la prima volta, ho visto un tentativo di kani basami in lotta stile libero: se fosse andato a segno, un colpo spettacolare. Il colpo davvero nuovo e' stato il flying squirrel del lottatore Americano: val la pena andare su youtube per vederlo.

Dal punto di vista medico, gli ultimi due giorni delle Olimpiadi sono stati quelli piu' pieni di traumi, e che hanno dimostrato che il sistema di assistenza medico-traumatologica messo in piedi funziona.

Fun and games!

domenica 12 agosto 2012

Non solo gli Italiani fanno tardi...

Ultimo giorno, ed il torneo per i 66 kg ed i 96 kg incomincia alle 0830. I trasporti pubblici aprono alle 0620, quindi da giorni LOCOG mi ha prenotato un taxi alle 0545. Alle 0600, nessuna ombra del taxi. Contatto LOCOG: dopo tutto, avevamo confermato sia verbalmente che per email ieri. Nessuno ne sa nulla. Alle 0630, giunge un tassista affranto, scusandosi: non conosceva la zona. Via per Excel, e vi giungiamo dopo un 45 minuti per una Londra che si prepara alla cerimonia di chiusura. Avevamo deciso di far colazione tutti insieme, ed il team mi aspetta: sono consci di quanto odi far tardi, e che mi piace 'lead by example'.

In ogni caso, tutti pronti, tutto rodato, e via. Il torneo parte, ma... i due atleti Egiziani si presentano alle 0900. I dirigenti tecnici sono ferrei: devono dare forfeit. Una situazione poco piacevole, ma le tabelle di marcia erano state pubblicate due anni orsono, ed i due, entrambi con poche speranze di medaglia, hanno perso la opportunita' di onorare la memoria del Barone de Coubertin, per il quale l'importante era partecipare. Vallo a dire ai paesi dominanti il medagliere.

La mattinata e' stata la piu' ricca in interventi da parte nostra: salgo sul tappeto diverse volte, per tagli, ematomi oculari ed auricolari, ma sopratutto per un trauma distorsivo di uno degli atleti favoriti nei 96 kg, l'Iraniano. Gli diagnostico, con enormi problemi di lingua, una lesione del menisco laterale, ma vuole continuare. E' uno tosto, ma dopo 30 secondi si arrende, e lo trasportiamo nella nostra stanza. Ha cosce di una muscolarita' enorme, con un vasto mediale da far paura. Riesco a farlo rilassare, e faccio diagnosi clinica di una lesione del menisco laterale, che si accompagna con una lesione del ligamento collaterale mediale alla inserzione sulla tibia. Non c'e' versamento, ma il pivot shift e' positivo. A mio avviso, ha una lesione del crociato anteriore della quale non si era accorto. In realta', non e' infrequente in atleti di livello alto: hanno un controllo muscolare che permette loro di ovviare, spesso per sempre, alla mancanza del crociato. E' affranto, ma la gara e' finita, per lui. Via al policlinico, dove confermano la mia diagnosi. Tornera' a casa domani, ed a Teheran uno dei miei amici, Reza, si prendera' cura di lui. Si era qualificato almeno per il combattimento per la medaglia di bronzo, ma ...
La sua categoria viene vinta dall'Americano, mentre nei 66 vittoria abbastanza clinica del Giapponese sull'atleta Indiano, la cui generosita' non ha potuto contro un avversario che sembrava non avere neppure il fiatone. Un grande successo per l'India, ed il Giappone si conferma una grande nazione per la lotta. Giubilo, e via!
Tutti insieme per l'ultima volta: un sacco di foto, e riordino della stanza: deve essere usata per le ParaOlimpiadi. Un po' di riposo per tutti noi, ma il prossimo weekend abbiamo il congresso annuale del Centre for Sport and Exercise Medicine. Fun and games. In ogni caso, continuo ad essere il coordinatore del servizio di Chirurgia di Piede e Caviglia, fino alla fine delle ParaOlimpiadi. Gli impegni, e gli esami, non finiscono mai!

Tre in uno

Oggi, tre categorie: 60, 84 e 120 kg. Un po' di tristezza: siamo quasi alla fine. Prima, pero', uno scenario: questa volta, durante il riscaldamento, un atleta si accascia con dolore e difficolta' respiratorie. La comunicazione via radio procede a perfezione, il trattamento viene guidato da Mireia, che fa immediatamente diagnosi di pneumotorace. I medici fra noi si accertano del lato corretto, procedono ad inserise un agocannula nel secondo spazio intercostale, dare ossigeno, somministrare fluidi, monitorare lo stato fisiologico del paziente.


 Le modalita' di trasporto sono eccellenti, ed Emma, l'ultima arrivata nel team, si sente immediatamente parte del tutto. Eccellente. A pranzo.








I tre tappeti sono impegnatissimi, e gli incontri si succedono a ritmi serrati. Nulla di preoccupante: i soliti sanguinamenti, ma ad un atleta salta un dente. E' solo un dente falso, e subito il nostro dentista di turno viene a re-impiantarlo. Il mio diploma di odontotecnico, conseguito nel 1984, dopo la laurea, studiando con Mario Della Calce che avea iniziato a fare il dentista, torna utile. Almeno do' una mano al collega.













Ultima sessione di esami pre-gara, per i 66 ed i 96 kg. Con Dietrich, ormai superaffiatati, e nessun intoppo. Domani, solo gare.

Pomeriggio, e repeschage, ed incontri per le medaglie. I 60 kg avvicenti. L'atleta Indiano combatte col cuore, e non si lascia distogliere dalla meta da una decisione arbitrale dubbia. Continua, ed e' bronzo contro il Nord Coreano. L'atleta Americano e' un Assistant Coach in una delle Universita' statali Americane. Gran cuore, e via. Finale: Russia-Azerbajan. Un grande incontro, con il Russo che di fatto non riesce a far nulla. Negli ultimi secondi, si allontana, sconfitto, dal suo avversario. L'oro va all'atleta dell'Azerbaijan. La stessa nazione vince gli 84 kg, 

Fra un combattimento e l'altro, nel nostro team un po' di malinconia: e' il penultimo giorno, e lo sappiamo. All good things come to an end. Ci scambiamo email, indirizzi, et similia. I combattimenti e gli atleti si avvicendano, con me Bernie con il quale continuiamo a scambiarci aneddoti clinici, ed una serie di considerazioni tecniche su come fare a considerare che un atleta non puo' continuare. Queste sono le Olimpiadi: la facolta' di decidere, conveniamo, deve essere lasciata all'atleta, a meno di un trauma cosi' palese che anche un non medico possa identificarlo

Nei 120 kg, un altro atleta fa storia: un colosso dell'Uzbekistan, di solo muscoli, vince le Olimpiadi per la terza volta. E' un trionfo

sabato 11 agosto 2012

Visita del CMO

E' Venerdi', e tutto va bene. Cosi' bene, che RIchard Budgett viene a farci visita: a quasi due metri di altezza, torreggia su tutti noi, e sopratutto su di me. Nel suo nuovo posto come medico del Comitato Olimpico Internazionale a Losanna, a partire dalla fine dei Giochi, potra' parlare 'occhi negli occhi' con i cestisti del comitato.

La sua presenza non ci distoglie dalle necessita' mattutine, e questa volta proviamo uno scenario del tutto nuovo. Brian e' un atleta con un trauma addominale che riesce a lasciare il tappeto camminando, ed arriva nella nostra sala medica. Li', ematuria, ipotensione, progressiva perdita di coscienza, ed ematoma sulla parte posteriore dell'addome: kidney contusion. Ringrazio ancora il vecchio stile della formazione multilaterale Britannica: quando sono giunto in UK, chiunque volesse intraprendere una qualsiasi specialita' chirurgica doveva fare chirurgia generale e chirurgia di pronto soccorso. Venendo dall'Italia, dove si entra in specialita' immediatamente dopo la laurea, mi sembrava una perdita di tempo. All'epoca, non era infrequente avere colleghi che finivano il periodo di formazione dopo 18 anni dalla laurea. Ero perplesso. Poi, man mano mi son reso conto che il sistema Britannico era davvero differente rispetto a quello della Europa Continentale, e mentre da noi si formano specialisti, e la massima parte di essi lavorera' sempre sotto la guida di un primario, qui il sistema era mortalmente selettivo, e serviva a formare solo primari. Differenza fra eccellenza, qui, e competenza, in Europa Continentale. Di fatto, si entrava nella formazione specialistica dopo diversi anni, con delle basi di conoscenza sia teorica che pratica enormi. Non e' sorprendente, quindi, che alla fine della strada si riusciva ad avere individui che, sebbene avessero un interesse subspecialistico preciso, sapessero in realta' fare tutto.
In ogni caso, faccio diagnosi ed istituisco subito una serie di presidi per mantenere in vita un atleta che potrebbe morire per emorragia massiva. Nulla di piu' da fare in un presidio sportivo, e trasferimento in ospedale.
Richard e' soddisfatto della performance del team, e, prima di ritornare al quartier generale dei giochi, mi tira in disparte, e si scusa ancora per l'incidente con Liu Xiang. Gli ribadisco che non e' un problema, ma che per lui si e' mobilitato l'intero policlinico ed il mio ospedale universitario. Non vale la pena stendere tappeti rossi se un servizio, solo perche' non pagato, e' considerato di secondo livello. Al Policlinico Olimpico, i colleghi sono di valore assoluto, e li ho io stesso selezionati proprio per questo. Once bitten, twice shy. Tutti, invece di sentirci gratificati, ci siamo sentiti scartati.

Ed ora, la lotta! Spettacolo e tecnica di alto livello. Con me, al tavolo del tappeto B, Ben, un fisioterapista sportivo di Melbourne: conosce una serie dei miei amici di Down Under, ed e' stupito che conosca  Melbourne cosi' bene. L'arcano viene svelato quando gli spiego che sono stato fellow per due volte con David Young, uno dei chirurghi dello sport piu' dotati con i quali abbia mai avuto il piacere di lavorare, dal quale ho imparato una serie di trucchi chirurgici e diagnostici che, a quasi 15 anni di distanza, sono ancora attuali. Ben non ha mai visto la lotta, e gli spiego come funziona il tutto. Nel frattempo, al secondo incontro un atleta ha una lacerazione al naso: sangue dappertutto, ma sembra peggio di quanto in realta' non sia. Il sito del taglio non permette l'uso di un bendaggio, e quindi solo una velocissima pulitura, vasellina e via. Purtroppo, perde, ed in medicheria gli applico un po' di supercolla: utilissima in questi casi, con proprieta' praticamente miracolose. Con Bernie, discutiamo di questi problemi, e mi regala una fialetta di un procoaugulante ad azione istantanea che non e' in vendita in Europa: da conservare in borsa. Livello altissimo, anche se qualcuno degli atleti e' li' per regole olimpiche, non necessariamente di qualificazione.
Nei 55 kg, i soliti Orientali: per il Giapponese, sono sicuro che vi e' una influenza del Judo. Non e' inaspettata: in Giappone, a scuola fanno Judo tutti i giorni.
Nei 74 kg, l'atleta Statunitense si distingue subito: pare capace di eseguire qualsiasi mossa voglia senza alcun problema. Sembra su un altro pianeta. L'Iran si fa strada nella stessa categoria, con vittorie piu' sofferte e meno pulite. Il Canada sembra avere qualche problema. Vedremo.

Ora di pranzo, e medicals. A me toccano i 60 kg, e parliamo con Dietrich di infezioni cutanee nei lottatori. E' un problema: in questo torneo, nessuno ne ha sofferto. I lottatori, pero', possono sembrare in ottima salute, ma sono in realta' defedati. Fare il peso, continuo allenamento strenuo, disidratazione. Tutto contribuisce a diminuire lo stato di immunita'. Supplementi probabilmente hanno un ruolo benefico, nonostante non vi sia evidenza scientifica, solo aneddotica nella nostra comunita'.

Finali per le medaglie, ma immediatemente prima una discussione accesissima fra i rappresentanti tecnici della FILA e Bernie, riguardo le mansioni del medico di tappeto. Vedo il lato focoso di un medico che ha enorme esperienza, e che, giustamente, non puo' tollerare che un non medico voglia esercitare ingerenze di qualsiasi genere sul suo operato. Ho avuto io stesso problemi con i rappresentanti tecnici della FILA, e non si rendono conto della nostra indipendenza e del fatto che realmente siamo al di sopra delle parti. Regolamenti alla mano, Bernie combatte contro un oro olimpico, e poi mi dice, in espressione intraducibile in Italiano: 'You cannot cross wits with a half wit'.

Nei 55 kg, la Russia accede all'oro, con un incontro contro la Georgia avvincente si', ma con poca generosita'. In ogni caso, l'ultimo tempo ha un ritmo frenetico. Alla cerimonia di premiazione, incontro Chris: ci guardiamo, ed allo stesso momento esclamiamo: 'Ti ricordi quando lottavamo cosi'?'. Per me, un ricordo ancora piu' amaro, dato che la mia anca destra sta soffrendo. Uno degli effetti secondari della pratica di arti di combattimento e' artrosi d'anca. A destra, ho avuto una artroscopia nel 2008, e potrei aver bisogno di una protesi relativamente a breve termine. Da chirurgo, sono conservatore. Vedremo. Nel frattempo, l'atleta Russo corre con la bandiera.

74 kg, l'unica categoria di peso che e' rimasta invariata dal quando combattevo. La finale e' epocale: USA-Iran. L'atleta Americano e' un gatto, si muove, attacca, contrattacca, e .... vince. Lo platea esplode, tutti fanno salti di gioia. E' l'unico oro Americano, per il momento, e l'atleta va direttamente sul podio.


Ultimo giorno di Maria: deve ritornare a Stoke on Trent. Per lei, un viaggio di 180 miglia.

Tornando a casa, una chiacchierata telefonica con Maurizio Mirarchi: si e' appena trasferito a Londra. Eravamo parte dei Lottatori di Ferro, Maurizio con molto piu' acciaio di me. Nel 1988, sarebbe dovuto andare a Seoul. Tre mesi prima di quelle Olimpiadi, una frattura di gamba: batteva di routine l'atleta Francese che vinse il bronzo. Parliamo della evoluzione della lotta, dei nostri maestri, dei colpi che, sebbene efficaci, sembrano non essere piu' insegnati.
Poi, il bacio di mio figlio, Giuseppe, e di Gayle: sono arrivato a casa.

venerdì 10 agosto 2012

Le regole ci sono, ma...

Ed eccoci al secondo ed ultimo giorno del torneo di Lotta Femminile, categorie 55 kg e 72 kg. Con il mio team, ci vediamo alle 11.00: francamente, non val la pena riunirci prima, e passare tempo a controllare e ricontrollare l'inventario della nostra stanza. Per Joanna, e' l'ultimo giorno alle Olimpiadi, poi ritorno al Liverpool, al suo lavoro di tutti i giorni come Primario di Ortopedia. Sara' lei a guidare lo scenario odierno, sul tappeto C. Mentre lo scenario si dipana con ammirevole professionalita', la presentatrice televisiva della lotta femminile si diletta a farsi usare come manichino da una delle lottatrici dello staff. Sguardi divertiti di chi la lotta la vive davvero, e non per spettacolo.
Il livello tecnico e' notevole, e la unica atleta Britannica di tutto il torneo, sia maschile che femminile, perde al primo incontro, sebbene ai punti, dalla atleta Ecuadorana: sei minuti, e 3.5 milioni di sterline. Quando le Olimpiadi sono state assegnate a Londra, la Federazione Britannica ha ricevuto tale somma per sviluppare la lotta. Una decisione strategica fu presa: si importarono una serie di atleti buoni ma di secondo livello dall'Europa dell'Est come 'sparring partner' per gli atleti Britannici. Data la legge Britannica, dopo tre anni di residenza legittima in UK, gli atleti sono stati naturalizzati. Da sparring partner, sono divenuti 'gli' atleti Britannici. Lo stratagemma fu riportato da una serie di giornali, e la atleta di oggi ha avuto il passaporto Britannico solo a Maggio. Dato lo sdegno, comprensibile, di questa strategia, la Federazione ha deciso di non schierare nessun atleta maschio, e di focalizzarsi solo su questa atleta. L'approccio utilizzato ha di fatto ucciso la lotta, gia' sport molto minore, in UK, ed ha fatto perdere credibilita' allo staff dirigente. Una occasione unica, perduta. Negli anni '80, parlando con Vittoriano Romanacci, il DT della Nazionale Italiana di Lotta, mi disse che per formare un atleta internazionale ci vogliono almeno un 50-60 tornei. E' un discorso a lungo termine, che richiede non solo l'atleta con il potenziale giusto, ma sopratutto una visione strategica a lungo termine, che non puo' solo consistere nel 'comprare' atleti da un altro paese.
La mattinata passa presto, ed il torneo si dipana sui tappeti A e B. Lo spettacolo e' garantito, ed i commenti del medico della FILA che siede con me, Bernie, arguti come sempre. Alle visite mediche, ci avvicendiamo con il collega tedesco della FILA a passare i ragazzi ai limiti dei 55 kg. Diciannove atleti, che si daranno battaglia domani. I soliti parziali intoppi, e con il collega ci chiediamo perche' si siano instaurate delle regole se poi i dirigenti stessi della FILA ci chiedono di non rispettarle.
Ci lanciamo in una lunga discussione sui traumi in lotta, ed andiamo su internet a vedere una serie di filmati: domani li trasferiremo sul mio hard drive: ci fanno capire quanto siano tosti questi lottatori. Nulla a che dividere con il WWF: il sindacato di questi ultimi e' quello degli attori, dovrebbe far aprire gli occhi al pubblico. Sul tappeto Olimpico, non durerebbero molto.
Pomeriggio, e finali: la ragazza Colombiana vince un bronzo nei 55 kg che e' davvero un piacere, con una lotta dura e sofferta. L'allenatore sale sul tappeto, e vi ci corre: tutti gioiscono.



In finale, Giappone contro Canada. L'atleta canadese ha 35 anni, ed una medaglia Olimpica ad Atene. Da' tutto, e si vede. La Giapponese e' troppo forte, e vuole anch'ella far storia: ci riesce, ed e' con la sua collega di ieri campionessa Olimpica per tre volte consecutive. Si mette l'allenatore sulle spalle, e corre felice. La folla, non solo Giapponese, impazzita. All'atleta canadese, la consolazione di un argento, e poi chissa'.

Nei 72 kg, il mio unico intervento medico: la atleta Spagnola ha una epistassi, e mi accingo ad inserirle un tampone nasale quando mi dice di ignorare il tutto, si pulisce il sangue, ritorna a combattere, e vince. La mia compagna di tavolo medico, Mireia, di Madrid, impazzisce di gioia. La atleta ha subito una ricostruzione bilaterale di crociato anteriore, ed una esplorazione per una borsite patellare. E' una eroina.
La finale e' fra Russia e Bulgaria. La Bulgara e' forte, ma la Russa la coglie in un attimo di distrazione, ed e' la fine. Concentrazione fino alla fine, o via. E' quanto i miei maestri, Salvatore D'Albero a Napoli, e Ron Cotton a Londra mi hanno sempre detto. E' ancora piu' vero a livello Olimpico.
Durante le gare del pomeriggio, un po' di text messages: il primo, da un mio allievo che e' divenuto un ottimo chururgo, Francesco Oliva. L'altro, dal mio amico Salvatore Serio, ora a Parigi CEO della Dufour Yachts, e con il quale abbiamo diviso innumerevoli giorni dall'eta' di sei anni: entrambi, mi hanno visto per televisione, e mi hanno chiesto della 'uniforme' Olimpica. No comments, ma forse il designer Italiano sarebbe stato piu' appealing.
Poi, via: foto di rito per Joanna che conclude la sua avventura Olimpica, e tutti a casa. In metropolitana, apprendo che Bolt ha vinto: ancora una volta, non riesco a vedere la finale dell'altro sport che mi e' caro.

mercoledì 8 agosto 2012

E' la volta delle ragazze

Una routine e' ormai costituita. Sono il primo a giungere nelle Wrestling Medical Room ed a testare l'equipaggiamento e le radio (wrestlingdoc1), poi tutti cominciano ad arrivare. Impossible prevedere l'ora di arrivo. Nonostante quanto si possa credere dall'esterno, i servizi di trasporto pubblico, i piu' costosi al mondo, non sono prevedibili. Signal failure, held at a red signal, station closed for staff illness sono piu' che all'ordine del giorno, ed a nulla valgono gli articoli sui giornali specializzati che li riportano. L'ira che sarebbe giustificata non si traduce in azione dalla parte degli utenti, e quindi il tutto continua.

Oggi, combatteranno le ragazze ai limiti dei 48 kg e dei 63 kg. Questa volta, quindi, recluto Cristina, una studentessa di medicina all'ultimo anno, che fa parte del logistics team, come nostra vittima. Le chiedo di accasciarsi sul tappeto di allenamento, e di inventarsi uno scenario. Ne sceglie uno abbastanza complicato di trauma cervicale ed emotorace da frattura di costola. Il primo a giungere sulla scena e' Brian, il collega medico dello sport di Sacramento, in California. Entrambi abbiamo fatto i vari corsi di Life Support, e so che seguira' il protocollo. Alan e Mirelia sono lead nurse in Intensive Care, e sono in charge di circulation and breathing. L'esercizio si svolge senza intoppi, ed al debriefing sono del tutto soddisfatto. Cristina commenta positivamente riguardo la professionalita' del team, e l'unica eccezione che solleva riguarda il fatto che Brian non le ha detto cosa stava succedendo. Data la interazionalita' del torneo, decidiamo che parleremo alle possibili 'vittime', e, se non parlano una delle lingue del team (Inglese, Spagnolo, Italiano, Russo, Francese), utilizzeremo gesti. Ed ora, scenario sul tappeto di gara. Maria, una sport therapist etnicamente Italiana, ma nata e vivente a Stoke on Trent, e' la vittima. Stamattina, quando ho riconosciuto il suo accento, le ho detto che ero stato il cattedratico   di Ortopedia a Stoke on Trent per piu' di sette anni, e ci eravamo scambiati notizie di Stoke. Maria sceglie di avere una lussazione del ginocchio, una lesione potenzialmente limb threatening. Nessun problema, e nel giro di due minuti e' in barella. Sono soddisfatto. La squadra che ho a disposizione ha dimostrato di poter lavorare bene tutti insieme, e di essere preparata ed affiatata. Non posso dormire sogni tranquilli, pero': ricevo una email da parte di un giornalista:

Dear Dr Maffulli
 
We are going to run a story on the fact that you very recently so a prominent foreign patient, and as a second opinion this patient was examined by a colleague of yours even though your are a world expert on the foot and ankle condition for which the patient was consulted. 
 
Apparently, instead of acknowledging your prominence and that the course of action proposed by yourself for this particular condition was the correct one, he 'stole' the patient from you, and offered to operate this patient instead. 
We understand that it is good medical practice to refer the patient back to the first doctor, if the second doctor knows that the first doctor is equally or better equipped and qualified than the second doctor to undertake the described course. 
We understand that this is not the first time that such event has taken place. It has been alleged that this is because, among other things, you, although extremely qualified and with a world reputation and working in a prestigious unit in London, are not British.
 
Can you please let us have your comments?


Non ho il tempo di leggerla, e di riconoscermi in essa, e di mostrarla ad uno dei manager di LOCOG, che mi arriva una telefonata di Richard Budgett, il Chief Medical Officer. Per LOCOG, l'ncidente e' chiuso, e mi sventolano una serie di eccezioni legali a parlare con il giornalista. Per confidenzialita' con Liu Xiang, che rimane comunque un paziente, non lo avrei fatto, ma LOCOG ha ovviamente paura del cattivo ritorno di immagine che ne riceverebbero: a che pro metter su un team di recognised leaders se uno collega qualsiasi,m senza accreditazione olimpica, poi si prende cura degli atleti?
Mettiamo queste considerazioni da parte, e si parte!

Sono al tappeto B, quello centrale, dove si svolgono la maggior parte dei combattimenti. Tutto succede velocemente. Le ragazze possono solamente fare Lotta Stile Libero, e le regole favoriscono dinamicita'. Al mio tavolo, il medico FILA e' Bernie. Di Chicago, scopriamo che e' stato il compare di anello di Pietro Tonino, uno degli Ortopedici di Loyola University con il quale siamo amici. Pietro e' etnicamente Italiano, parla la nostra lingua, e mi ha invitato diverse volte come speaker ad un convegno di International Advances in Sports Medicine all'American Academy of Orthopaedic Surgeons. Great stuff. Le storie sugli atleti e sui traumi in lotta si susseguono mentre seguiamo la gara.
Primo pomeriggio, ed e' la volta degli esami medici:  il Chief Medical Officer  della commissione medica della FILA si unisce a me. Con efficienza teutonica i certificati sono prodotti, esaminati, catalogati. Le atlete sono tutte fit to fight, e l'unico episodio spiacevole e' proprio con la atleta rappresentante le Gran Bretagna. Ha fatto il peso, sette chili, mi dice, e mal si adatta alla necessita' di doversi sottoporsi ad una visita medica. E' abrasiva e sgradevole, ed il Chief Medical Officer mi guarda perplesso. Gli spiego, quando la atleta e' andata via, che e' stata naturalizzata solo qualche tempo fa, e che gli spieghero dopo. Ma questa e' un'altra storia.

Serata di fuoco. Le cose sono cambiate enormemente. Quando ho lasciato l'Italia, nell'ormai lontano 28 Agosto 1984, la lotta femminile stava appena nascendo. Il mio Maestro, Salvatore D'Albero, aveva preso sotto le sue ali una serie di ragazze che incominciarono a vincere diversi titoli Italiani: ai Lottatori di Ferro dell'Italsider si aggiungevano le Lottatrici di Ferro. Il livello di fitness e' aumentato enormemente, e le gare sono piacevoli da guardare. Il Giappone trionfa, e le due campionesse Olimpiche vengono dall'Estremo Oriente. Nei 48 kg, e' richiesto il mio intervento: una epistassi, da tamponare e fermare in meno di un minuto. Ci riesco in 29 secondi, ma la atleta dell'Azerbajan ha perso concentrazione. Per lei, l'argento, di fronte ad una folla di Giapponesi. La atleta statunitense vince il bronzo: Bernie e' felice, e lei e' giubilante.

La campionessa Olimpica nei 63 kg rimarra' nel Guinness Book of Records: e' la terza volta  consecutiva (Atene, Pechino, Londra) che vince l'oro Olimpico, dopo un incontro a senso unico con l'atleta Cinese.






Tutti a case, ma ... andando nella medicheria generale, la atleta medaglia di bronzo per gli USA in canottaggio ha bisogno di aiuto: esaurimento, ci dice. Nulla di patologico, e la rassicuro. Dopo la medaglia, troppi impegni sociali: solo stasera, due feste. E' dura, la vita!

martedì 7 agosto 2012

Non solo lotta

E' Agosto, e a Salerno fa parecchio caldo. Qui fresco, e c'e' aria di pioggia. Una estate che non si e' materializzata, con Maggio, Giugno e Luglio i piu' freddi e piovosi da 250 anni.
La mia stazione della metropolitana e' inspiegabilmente chiusa. Qui, nessuno si ribella, e semplicemente si aspetta l'autobus per una altra linea della ragnatela della metropolitana di Londra.

Ad Excel: team ormai rodato, estrinsecazione dal tappeto di gara da manuale, e quindi decidiamo di testare lo stesso scenario sui tappeti di allenamento: nessun problema, nonostanti gli sguardi semiseri degli atleti. Mentre stiamo testando le nostre procedure, piacevole sorpresa: Chris, il mio compagno di allenamento con il quale siamo entrambi stati quarti ai Campionati Europei di Sambo del 1989, ed ora location manager qui, viene a trovarmi con la figlia, Anastasia. Quest'ultima e' stata una mia studentessa visitatrice per qualche settimana lo scorso anno: vuole entrare a medicina, e mi ha seguito in ambulatorio e sala operatoria, e le e' piaciuto. Chissa', fra qualche anno avremo una altra ortopedica dello sport.

Alle 1300, avvio alle gare. Oggi, su tappeto A, dove combattera' l'unico atleta Italiano del torneo, al milite dei 96 kg. Aspetto con ansia, mascherata dalla conversazione che teniamo con il medico della FILA su una serie di problemi di carattere traumatologico, mentre osserviamo una serie di combattimenti. Fra questi, ci colpisce l'atleta Iraniano. Non super-aggressivo, misurato, capace di bloccare gli attacchi dell'avversario, e ... vincente. Viene il turno dell'atleta Italiano. Non c'e' grosso tifo: non siamo molti Italiani qui, ed io non posso dimostrarmi di parte. Nella folla, un Italiano che grida il nome del nostro atleta, e piange.



Le lacrime sono ancora piu' copiose quando, dopo qualche minuto, il nostro atleta incomincia a perdere. Vorrei piangere anch'io: e' l'unico dei nostri, in una specialita' che, nel passato, ci ha dato qualche grande soddisfazione. A quel punto, una telefonata dal Policlinico. Vogliono che vada a vedere un atleta che si e' infortunato.  Non vogliono dirmi chi sia, e lo sport. Devo abbandonare il campo di gara, e nominare un mio sostituto. Surjit diventa me, e via al Policlinico del Villaggio Olimpico, con una delle macchine della organizzazione. L'entrata al villaggio e' spettrale. Una serie di controlli da far paura, con ispezione personale e della macchina a diverse riprese, militari dappertutto. Certe cose si vedono nei film, ma quando se ne ha esperienza personale e' un'altra cosa. Si puo' giungere all'atmosfera gioiosa del Villaggio, ma solo dopo aver attraversato una area che davvero incute timore. Probabilmente, un approccio del genere e' studiato apposta per incutere rispetto, ma non posso fare a meno di pensare a 1984 di Orwell: telecamere dappertutto, scansione dei passi, software per riconoscimento facciale, controlli a tappeto. Tutto per la salvaguardia, e' vero, ma, mentre sono sottoposto a questi controlli, comprendo perche' dei gruppi di liberta' sociale protestano contro una invasione della privacy pervadente ed omnipresente: in UK, ci sono ora un terzo delle telecamere a circuito chiuso al mondo, ed analisti dei servizi segreti che non hanno nulla da invidiare ai colleghi Americani o Cinesi. In realta', il controllo personale esercitato sui cittadini e' tale per cui camminare per Londra significa essere ripreso ed identificato da almeno 300 telecamere a circuito chiuso al giorno!

Al Policlinico, l'arcano e' svelato: Stuart Miller, uno dei coordinatori del Policlinico, mi annuncia che Liu Xiang si e' rotto il tendine di Achille. Poveretto: a Pechino, da recordman mondiale sui 110 ostacoli, si e' dovuto ritirare per problemi a quel tendine. E' stato operato da uno dei miei amici Americani, Tom Clanton, ed ora e' in gesso per un problema ancora piu' grave. Conosco i suoi medici Cinesi: uno lavorava alla Chinese University of Hong Kong quando vi ero Professore Associato, ed abbiamo scritto un libro sulla forza isocinetica insieme. Con l'altro, ci siamo conosciuti a congressi.
Il gesso e' rimosso, ed all'esame clinico la situazione e' chiara. Una avulsione dal calcagno, con una piccola calcificazione. Faccio fatica a spiegar loro che la diagnosi e' clinica: ormai, si e' troppo ingranato il concetto di risonanza magnetica a tutti i costi. Descrivo loro la situazione, che viene confermata alla risonanza, ed alla ecografia, ed alla radiografia. Incominciamo a parlare di management: in questi casi, ed a questi livelli, il trattamento chirurgico e' obbligato. Descrivo loro una tecnica di ricostruzione sulla quale abbiamo lavorato da anni, e che permette un approccio minimanente invasivo al problema, specialmente perche' mi dicono che Liu Xiang ha avuto una serie di iniezioni di corticosteroidi nell'area, l'ultimo due giorni fa. Ovviamente, non  hanno sentito parlare di questa tecnica, nonostante sia stata pubblicata su giornali internazionali, ed abbia una lunga serie di atleti di elite che la abbiano ricevuta. Mentre parlano fra di loro, do' un colpo di telefono a Tom Clanton, che mi descrive l'intervento eseguito qualche anno orsono, e che ha richiesto 12 mesi di riabilitazione. Concorda con il mio piano terapeutico, e contatto Nehwam University Hospital per prepararli. Deliberazioni da parte delle delegazione cinese, poi, praticamente a notte fonda, la decisione di chiedere una seconda opinione. Una serie di sguardi stupiti dai colleghi in Policlinico. Uno mi tira da parte, e mi sussurra ' Hanno fatto venire te, il leader mondiale in questo tipo di traumi. Chiunque altro, avra' meno esperienza. Forse preferiscono un Inglese alto biondo e con gli occhi azzurri'. Ringrazio il collega, e non commento, ma, avendo vissuto in Estremo Oriente, so quello che pensano. La delegazione Cinese mi chiede che esperienza ho in questo campo: un altro collega, Inglese, dice loro che una ricerca su Pubmed usando i termini 'Maffulli, achilles tendon rupture' rivela 71 articoli, ed uno dei Radiologi afferma che non avrebbe esitazione a far operare sua figlia da me.
Tutto il team medico e' un po' scocciati: abbiamo lavorato per ore, ed abbiamo organizzato tutto e subito. E' per niente.

A casa, apprendo che Iran ha trionfato ancora una volta, nei 96 kg. Una nazione in ascesa in questo campo. Nei 66 kg, e' la volta della Corea del Sud.